sabato 17 luglio 2010

Digitale Terrestre. Il 60% delle antenne di bologna andranno adeguate.

Troppe le zone a rischio "nero". E ora ci sono anche i falsi antennisti Bologna, 28 giu. - Scatta l'allarme per il passaggio di Bologna al digitale terrestre. .. Il 60% delle antenne sotto le Due Torri non e' idoneo alle nuove trasmissioni, afferma Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida spa, la societa' della Regione che si occupa delle infrastrutture di telecomunicazione in Emilia-Romagna. Tutti i sindaci del bolognese sono stati avvisati oggi, durante la Conferenza metropolitana nella sede della Provincia di Bologna, e invitati a fare un censimento su tutto il territorio per verificare quali zone rischiano di rimanere scoperte dal segnale. "Il censimento va fatto entro l'estate - afferma Mazzini - a settembre dobbiamo essere pronti". Alla presenza della presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, e dell'assessore provinciale alla Comunicazione, Marco Pondrelli, ai sindaci e' stato dipinto un quadro molto problematico. Dal 21 ottobre al 25 novembre ci sara' il passaggio al digitale terrestre anche della provincia di Bologna, "senza gradualita'- sottolinea Pondrelli- il rischio e' di un aumento del divario tecnologico", il cosiddetto digital divide. Il problema, spiegano a Palazzo Malvezzi, non riguardera' infatti solo la risintonizzazione dei canali, ma in molti palazzi bisognera' intervenire sull'antenna e in molte zone, soprattutto in montagna, serviranno impianti nuovi. Cambiando la tecnologia, spiega Fabrizio Boccola, direttore del settore Comunicazione della Provincia, i vecchi ripetitori smettono di funzionare e molte zone quindi resteranno scoperte dal segnale. L'adeguamento degli impianti sara' un intervento costoso e non e' chiaro chi dovra' farsene carico. "Il problema grosso sono le antenne - afferma dunque Mazzini - il 60% degli impianti a Bologna non e' idoneo. Il capoluogo e' il territorio piu' difficile e sfortunato di tutta l'Emilia-Romagna", aggiunge il direttore di Lepida, dal momento che in altre province le antenne non idonee sono solo il 10%. Sono soprattutto le emittenti locali ad essere a rischio, continua Mazzini, perche' servono grossi investimenti per fare il passaggio dall'analogico al digitale. "Tutti gli impianti delle grandi emittenti nazionali resteranno invece accesi- assicura il direttore di Lepida- Rai e Mediaset hanno anche annunciato un leggero aumento della copertura". In ogni caso molte zone rischiano di rimanere scoperte. Sono ad esempio una quarantina i Comuni del bolognese che hanno richiesto negli anni passati al ministero le frequenze per trasmettere i canali televisivi. E ora spetta a loro l'aggiornamento dell'impianto, che puo' costare tra i 7 e i 10.000 euro. Poi ci sono gli abusivi, che magari hanno installato un antenna in cima a un albero o su un palo della luce: dopo lo switch-off non vedranno piu' nulla. E' esclusa comunque la costruzione di nuovi tralicci (a parte quelli programmati da tempo), perche' costano 50.000 euro e non si farebbe in tempo. La Regione chiede quindi a Provincia e Comuni di fare un censimento sul territorio, per verificare le zone che rischiano di rimanere scoperte con il passaggio al digitale terrestre. Gli enti locali dovranno anche farsi carico di informare i cittadini sui problemi a cui vanno incontro e dell'esistenza di una convenzione con Cna per gli interventi degli antennisti a prezzi scontati (al momento sono 65). Ai Comuni si chiede anche di attivare il volontariato per l'assistenza soprattutto agli anziani. Inoltre, sottolinea Mazzini, il livello alto di guardia andra' mantenuto contro le truffe, che "nelle altre regioni sono state tantissime". In molti, infatti, hanno approfittato dello switch-off per spacciarsi da antennisti o messi comunali e svaligiare le case. Non mancano pero' gli aspetti positivi. Il passaggio al digitale terrestre e' infatti l'occasione per bonificare gli impianti sul territorio ed eliminare qualche antenna. Per trasmettere la Rai, ad esempio, invece dei tre impianti che servono ora (uno per canale) dopo lo switch-off ne bastera' uno soltanto. Inoltre, il passaggio al digitale permette di abbassare di quattro volte la potenza delle emissioni. C'e' poi la questione del tg regionale, che al momento e' visto dal 65% della popolazione in Emilia-Romagna, mentre Rai3 e' ricevuta dal 100% degli utenti. Questo perche' in alcune zone della regione arriva il segnale del tg delle regioni vicine. Il passaggio al digitale terrestre sara' l'occasione per aumentare la percentuale di persone che vedono il tg Rai dell'Emilia-Romagna e Lepida e' gia' al lavoro in questo senso con l'emittente di Stato. I sindaci del bolognese non hanno accolto bene la notizia. Il sentimento generale e' di "fulmine a ciel sereno" e la preoccupazione principale e' non diventare oggetto dello scontento dei cittadini quando non vedranno piu' la tv. "Per noi e' impossibile destinare risorse, anche umane, per interventi sugli impianti- afferma Loretta Lambertini, sindaco di Granarolo- al massimo possiamo fare attivita' di informazione, ma non e' ruolo del Comune far vedere la tv. In ogni caso ci vuole cautela, per evitare di diventare corresponsabili di una scelta non nostra". La Provincia, dal canto suo, si e' impegnata a mettere a punto entro meta' luglio un kit di informazione omogeneo per tutti i Comuni.

1 commento:

  1. Su questo link, vengono menzionate le principali modifiche che serviranno per la corretta ricezione già da tempo.
    http://www.sebaimpianti.net/1/digitale_terrestre_892356.html

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